Skunk è un drone anti-sommossa dotato di quattro lanciatori di paintball, ma può impiegare anche proiettili e munizioni di ogni genere
Fonte: Tom's Hardware Net
Il drone anti-sommossa esiste già ed è di fabbricazione sudafricana: si chiama Skunk (puzzola). È stato svelato ieri dalla Desert Wolf durante la Fiera della Sicurezza (IFSEC) di Johannesburg. Si tratta di un drone volante dotato di quattro lanciatori di paintball (proiettili innocui pieni di vernice), ma volendo può impiegare munizioni di diverso tipo.
Il compito di Skunk dovrebbe essere quello di controllare la folla prevenendo eventuali rischi per le forze di polizia. Luci strobo e altoparlanti dovrebbero consentire comunicazioni dirette con le persone, dopodiché in caso di emergenza è in grado di sparare proiettili coloranti (per ora), per marcare gli indumenti delle persone. Volendo può essere dotato con proiettili di ogni genere. Insomma, è una "puzzola" pericolosa.
Non mancano poi due videocamere HD e una videocamera termica FLIR (quella che montano anche i caccia). Per altro è prevista anche la registrazione in tempo reale di ogni attività dell'operatore remoto.
I primi 25 modelli saranno forniti quest'estate all'industria dell'estrazione mineraria, dove spesso si registrano scioperi violenti. Ogni Skunk completo costerà circa 340mila euro (CHI PAGHERA'? LO SAPPIAMO BENE CHE SONO SEMPRE SOLDI PUBBLICI)
Il compito di Skunk dovrebbe essere quello di controllare la folla prevenendo eventuali rischi per le forze di polizia. Luci strobo e altoparlanti dovrebbero consentire comunicazioni dirette con le persone, dopodiché in caso di emergenza è in grado di sparare proiettili coloranti (per ora), per marcare gli indumenti delle persone. Volendo può essere dotato con proiettili di ogni genere. Insomma, è una "puzzola" pericolosa.
Non mancano poi due videocamere HD e una videocamera termica FLIR (quella che montano anche i caccia). Per altro è prevista anche la registrazione in tempo reale di ogni attività dell'operatore remoto.
I primi 25 modelli saranno forniti quest'estate all'industria dell'estrazione mineraria, dove spesso si registrano scioperi violenti. Ogni Skunk completo costerà circa 340mila euro (CHI PAGHERA'? LO SAPPIAMO BENE CHE SONO SEMPRE SOLDI PUBBLICI)
C'è da rimanere scioccati a sentir parlare di scioperi violenti e droni anti-sommossa, ma ormai la battaglia nelle manifestazioni avviene anche nei cieli. In Turchia la Polizia sparava sui droni dei manifestanti di Gezi Park per bloccare le riprese delle violenze. Domani con gli Skunk i rapporto di forze cambierebbe. Sempre che i white hat (hacker etici) non riescano a craccarli. Ma non finisce qui...
Cyber-drone con GoPro: stabilisci qual'è il "target" e lui fa da solo
Che ne direste di un drone volante dotato di smart cam che vi segue e inquadra in automatico come farebbe un regista in un colossal (o meglio come un Killer di professione che vi insegue per uccidervi? - ndr)? Si chiama HEXO+ e potrebbe davvero rivoluzionare l'intero settore, perché mette insieme la ripresa aerea con le esigenze di spettacolarizzazione. Il tutto per di più gestibile tramite un'app Android e iOS per smartphone o tablet.
La startup californiana che si nasconde dietro al progetto ha già superato la soglia minima per la produzione sul sito di crowdfunding KickStarter: puntava a 50mila dollari, ed è già a quota 214mila. Per prenotarne una ci vogliono 599 dollari. A maggio 2015 saranno consegnati i primi droni completi di app e sospensione cardanica per la propria GoPro. La versione compelta con GoPro Hero 3 White Edition HD costa 699 dollari. Il top di gamma con GoPro Hero 3+ Black Edition 4K arriva a 999 dollari.
Tramite la comoda interfaccia della app in pratica si può definire l'inquadratura che il drone dovrà tenere durante la ripresa. Il tracking del soggetto, magari in bicicletta o su una moto o semplicemente in corsa, è possibile grazie al costante dialogo tra il drone e uno smartphone – che si dovrà montare sul mezzo oppure tenere in tasca. Il protocollo wireless di riferimento è MAVLINK, ormai standard con licenza LGPL, già visto anche sui Parrot.
Dopodiché il drone volante fa tutto da solo: evita ostacoli, si muove in aria, accelera e rallenta, eccetera. Il suo unico obiettivo è tenervi al centro della scena, come avete stabilito via app.
La startup californiana che si nasconde dietro al progetto ha già superato la soglia minima per la produzione sul sito di crowdfunding KickStarter: puntava a 50mila dollari, ed è già a quota 214mila. Per prenotarne una ci vogliono 599 dollari. A maggio 2015 saranno consegnati i primi droni completi di app e sospensione cardanica per la propria GoPro. La versione compelta con GoPro Hero 3 White Edition HD costa 699 dollari. Il top di gamma con GoPro Hero 3+ Black Edition 4K arriva a 999 dollari.
Tramite la comoda interfaccia della app in pratica si può definire l'inquadratura che il drone dovrà tenere durante la ripresa. Il tracking del soggetto, magari in bicicletta o su una moto o semplicemente in corsa, è possibile grazie al costante dialogo tra il drone e uno smartphone – che si dovrà montare sul mezzo oppure tenere in tasca. Il protocollo wireless di riferimento è MAVLINK, ormai standard con licenza LGPL, già visto anche sui Parrot.
Dopodiché il drone volante fa tutto da solo: evita ostacoli, si muove in aria, accelera e rallenta, eccetera. Il suo unico obiettivo è tenervi al centro della scena, come avete stabilito via app.
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Le riprese sono a dir poco impressionanti anche perché HEXO+, grazie a sei pale, è capace di una velocità massima di 70 km/h. Ovviamente non è molto ingombrante: misura 62 x 52 x 12 centimetri e pesa 980 grammi. Per di più la cosiddetta "sospensione cardanica" per la videocamera è stata progettata per ridurre al minimo le vibrazioni. Peccato solo per l'autonomia a pieno carico che è di soli 15 minuti.
L'ultima nota curiosa è che è ancora disponibile il kit fai-date-te. Per 299 dollari vendono il dispositivo di guida automatica e i file che consentono la stampa 3D del drone.
A parte il potenziale legato all'intrattenimento è evidente ...(!) che HEXO+ potrebbe essere usato in occasioni diverse. Immaginate in campo giornalistico magari durante una manifestazione oppure in sede di reportage. E che dire poi in ferie, mentre si fa una camminata in montagna, oppure ancora in barca a vela durante qualche manovra.
E che dire se usato per scopi di "Ordine Pubblico"? Vi inseguirà fino a casa!
E non finisce ancora quì...
Robot Raptor: corre come un dinosauro e batte Usain Bolt
Una cosa è sicura: se i robot dovessero sfuggire al nostro controllo, difficilmente riusciremo a seminarli correndo. La prima dimostrazione l'abbiamo avuta con il "Cheetah" di Boston Dynamics, poi è stata la volta dell'Outrunner e ora ecco il Raptor.
È il nuovo progetto su cui stanno lavorando i ricercatori dell'istituto sudcoreano KAIST. Diversamente dal Cheetah (che vuol dire ghepardo), il modo in cui corre questo robot non s'ispira a un mammifero contemporaneo, bensì al Velociraptor, il temibile dinosauro del Cretaceo che ha fatto passare tante notti insonni a chi ha visto il primo Jurassic Park.
Le due gambe robotiche si sono spinte su un tapis roulant fino a 46 chilometri orari. Anche in questo caso, come per il Cheetah, una velocità di poco superiore a quella raggiunta dall'uomo più veloce del pianeta: Usain Bolt (circa 44 chilometri orari). E dato che noi dinosauri da poltrona non ci avviciniamo ai record di Bolt neanche lontanamente, in caso di rivolta robotica sarebbe meglio stare fermi e difendersi piuttosto che tentare di scappare.
Il Raptor è molto differente dal Cheetah. Il primo è leggero e piccolo, mentre il secondo è più grande e apparentemente più pesante. Il robot Cheetah ha inoltre due "piedi" solidi, mentre il Raptor ha due protesi in fibra di carbonio flessibili su gambe che hanno un solo motore a testa. Un tendine consente alle gambe di recuperare parte dell'energia che consumano.
C'è anche una sorta di coda che fornisce equilibrio. Anche se non sembra la coda di un Velociraptor, funziona in modo simile: oscilla quando il robot corre, fornendo un contrappeso per evitare che cada in avanti o indietro. Entrambi i robot devono essere collegati a una guida per evitare di cadere, quindi non sono del tutto indipendenti. Almeno per ora… in futuro chissà.
C'è anche una sorta di coda che fornisce equilibrio. Anche se non sembra la coda di un Velociraptor, funziona in modo simile: oscilla quando il robot corre, fornendo un contrappeso per evitare che cada in avanti o indietro. Entrambi i robot devono essere collegati a una guida per evitare di cadere, quindi non sono del tutto indipendenti. Almeno per ora… in futuro chissà.
Ne abbiamo già parlato per molti anni (dal 2007 precisamente), potete leggere tutto dentro il Blog cliccando su questo link, e oggi inizia la fine dell'uomo attraverso le stesse cose che sta costruendo ispirato da spiriti maligni, eh sì, sono tutte tecnologie aliene alla bellezza e all'amore veri. Pensateci se ci riuscite!
Comunque questo piccolo riassunto non può darvi nemmeno lontanamente l'idea di ciò che stanno facendo nei laboratori di tutto il mondo e che qualcosa di GRANDE è ormai dietro l'angolo di casa vostra.. ma non voltatevi mai indietro!
Bojs - Lion of Yahuda