I 7 Commandamenti per le 70 Nazioni
D-o ha creato questi Comandamenti in modo che fossero comprensibili
per la logica umana.
Nella Torah Orale (Talmud Babilonese, Trattato Sanhedrin, Capitolo 7), è spiegato che tutti i 7 Commandamenti divini sono compresi in un singolo verso del Libro della Genesi, capitolo 2.
Nella Torah Orale (Talmud Babilonese, Trattato Sanhedrin, Capitolo 7), è spiegato che tutti i 7 Commandamenti divini sono compresi in un singolo verso del Libro della Genesi, capitolo 2.
Il Noachismo è una ideologia farisaica basata sulle sette leggi di Noè. Secondo la legge ebraica, i non-ebrei non sono obbligati converstirsi al Giudaismo, ma devono rispettare le Sette Leggi di Noè. Quelli che sottoscrivono l'osservanza di queste leggi e le loro organizzazioni di supporto sono definiti Bene Noach (B'nei Noah) (Hebrew: בני נח), Figli di Noè o Noachiti. Tecnicamente il termine Bene Noach si applica a tutti i discendenti non-ebrei di Noè. Oggigiorno, tuttavia, è usato pure per indicare specificamente i non-ebrei che osservano le leggi Noachite.
Secondo la Bibbia, tutta l'umanità discende da Noè. Noè e i suoi tre figli Sem, Cam e Yafet sopravvissero al diluvio insieme alle loro mogli. Una volta raggiunta con l'arca la terra asciutta, essi rifondarono delle famigliE e ripopolarono la terra. Quando la famiglia di Noè lasciò l'arca, il Creatore strinse un patto con loro. Secondo il Talmud, questo patto comprendeva le [sette leggi noachite]. Quindi, per i B'nei Noah, tutti gli esseri umani viventi sono discendenti di Noè e come tali sono soggetti alle leggi noachite.
Moshe ben Maimon, detto anche Rambam (dall'abbreviazione del suo titolo e nome in ebraico) raccolse tutti i decreti talmudici e dell'halaka (il corpus delle leggi ebraiche) del suo tempo e le illustrò chiaramente nel suo lavoro Mishnah Torah; in aggiunta alle leggi ebraiche ed alle loro spiegazioni, anche le leggi noachite furono raccolte nell'opera di Moshe ben Maimon. Alcuni dettagli di queste leggi si ritrovano anche nella letteratura del Midrash.
Quali sono le sette leggi noachite?
1) Non commettere furti
Non commettere rapina. Non spostare una pietra confinaria. Non frodare. Non rifiutare di pagare una somma dovuta. Non far pagare un prezzo eccessivo. Non concupire. Non desiderare la roba d’altri. Il lavorante non mangi e non porti a casa il frutto del suo lavoro. Non rapire. Non fare uso di falsi pesi e misure. Non possedere falsi pesi e misure.
2) Costituire tribunali
Si nominino giudici e guardie in ciascuna citta’. Si trattino le parti in causa imparzialmente di fronte alla legge. Si verifichi con diligenza la testimonianza di un teste. Non vi sia deliberata cattiva amministrazione della giustizia da parte della Corte. Non accetti il giudice somme o doni da una della parti in causa. Non favorisca il giudice la parte in causa che sia povera, per compassione. Non oda il giudice una delle parti in causa in assenza dell’altra. Non vi sia discriminazione da parte del giudice nei confronti dello straniero e dell’orfano. Non venga nominato un giudice che abbia scarsa conoscenza della legge. La Corte non metta a morte un innocente. Non si incrimini alcuno sulla base di prove indiziarie. Nessuno faccia giustizia da se’, uccidendo l’esecutore di un delitto capitale. Sia resa testimonianza presso la Corte. Non si faccia falsa testimonianza.
3) Non commettere omicidio
Mettere in salvo una persona perseguitata. Non restare impassibili davanti al sangue di colui che si potrebbe salvare da pericolo mortale.
4) Non avere rapporti sessuali illeciti
Un uomo non deve avere rapporti sessuali ne’ con sua madre, ne’ con la sorella della madre, ne’ con un altro uomo, ne’ con la moglie di un altro uomo. Ne’ l’uomo ne’ la donna devono accoppiarsi con le bestie. Non si deve indulgere in comportamenti provocanti che possano condurre a un’unione proibita. Non sia castrato alcun maschio, ne’ uomo ne’ animale.
5) Non smembrare un animale vivo
Non ci si cibi della parte staccata di un animale vivo. Non ci si cibi di un animale smembrato da vivo, anche se e’ ormai morto. Non si deve commettere crudelta’ verso gli animali. Non si deve rimanere insensibili di fronte alla crudelta’ di altri verso gli animali. Non si deve bere il sangue di alcun animale, ne' uccidere animali per scopo ludico o sportivo. Non si deve rimanere insensibili di fronte alla preparazione del proprio cibo.
6) Non commettere idolatria
Non si nutra il pensiero che esista altra divinita’ al di fuori del Signore. Non si intagli immagine alcuna. Non si facciano idoli per uso altrui. Non ci si inchini davanti a un idolo e non si facciano libagioni o sacrifici, ne’ si bruci incenso davanti a un idolo. Non si facciano passare i figli attraverso il fuoco del culto del Moloch. Non si pratichi l’Ov e l’Iddeoni’, cioe’ non si pratichino certe forme di magia.
7) Non bestemmiare
Non profanare il "NOME" di D-o.
In verità questo è il "sunto" delle leggi Noachite che in tutto sono 66.
Nel frattempo da alcuni anni è comparso un movimento noto come B'nei Noah i cui membri cercano di seguire le leggi noachite. Il Giudaismo ortodosso di solito non promuove la conversione al giudaismo, ma d'altro canto crede che gli ebrei abbiano il dovere di fornire informazioni a chi è interessato a seguire le leggi noachite basate su Moshe ben Maimon. Alcuni gruppi ebrei si sono distinti nell'attività di promozione delle Sette Leggi, come ad esempio il movimento Chabad-Lubavitch (il cui leader storico, il rabbino Menachem Mendel Schneerson, lanciò la campagna globale di promozione delle leggi noachite, gruppi affiliati con Dor Daim e con studiosi di Moshe ben Maimon. Piccoli gruppi che si fanno chiamare B'nei Noah (figli di Noè) si sono recentemente organizzati performare comunità che vivano secondo queste leggi e conducano vite ispirate ad una moralità percepita. L'Alto Consiglio dei B'nei Noah riscuote in particolare un apparente successo nel creare legami con il giudaismo ortodosso e con i noachiti osservanti.
Alcune delle loro organizzazioni comprendono:
L'Alto Consiglio dei B'nei Noah, è stato sottoscritto il 10 gennaio 2006 da un gruppo fondato in Israele nel 2004 che sostiene di essere il nuovo Sinedrio; questo consiglio è stato istituito per rappresentare le comunità dei B'nei Noah in tutto il mondo.
Riconoscimento di B'nei Noah
Il movimento di Chabad-Lubavitch è stato il più attivo politicamente nella promozione delle leggi noachite, nella convinzione che c'è un valora spirituale nell'accettazione delle sette leggi da parte dei non-ebrei. Nel 1991 sono riusciti a fare inserire un riferimento a queste leggi all'interno di un proclama del Congresso degli USA, il Proclama Presidenziale 5956. L'allora presidente G.H.W. Bush, richiamando la risoluzione parlamentare congiunta 173, e ricordando che i principi etici e morali di tutte le civiltà derivano in parte dalle Sette Leggi Noachite, ha proclamato il 26 marzo 1991 come il “Giorno dell'Istruzione USA”. In seguito, la legge 102-14 ha designato formalmente il giorno del compleanno del Rebbe Lubavitch come “Giorno dell'Istruzione USA”, con il Congresso che ha ricordato come “senza questi valori e principi etici l'edificio della civilizzazione corre il serio pericolo di regredire nel caos”, e come “la società è profondamente preoccupata per il recente indebolimento di questi principi che ha avuto come risultato crisi che funestano e minacciano il tessuto della società civilizzata”.
Nell'aprile del 2006, il leader spirituale della comunità Druze in Israele, lo sceicco Mowafak Tarif, si è incontrato con un rappresentante del movimento Chabad-Lubavitch per firmare una dichiarazione che invita tutti i non-ebrei in Israele ad osservare le Leggi Noachite così come sono state espresse e sviluppate nella tradizione ebraica. Il sindaco della città di Shfaram nella Galilea – dove comunità musulmane, cristiane e druze vivono fianco a fianco – ha sottoscritto anche lui il documento.
Nel marzo del 2007, il movimento Chabd-Lubavitch ha riunito ambasciatori da sei diversi paesi in un incontro per dichiarare, in nome degli stati da essi rappresentati, il loro sostegno agli insegnamenti universali delle Leggi Noachite. Gli ambasciatori erano in rappresentanza di Polonia, Latvia, Ghana e Giappone. Facevano parte di un programma speciale organizzato da Harav Boaz Kali. In aprile dello stesso anno, il sindaco di Abu Gosh Salim Jaber ha accettato le sette Leggi Noachite all'interno di un raduno di massa di Chabad tenutosi nel Bloomfield Stadium di Tel Aviv. A maggio, il neo-eletto presidente francese Nicolas Sarkozy, si è incontrato con un rabbino di Chabad-Lubavitch, che gli ha presentato dei documenti sugli insegnamenti universali delle Leggi Noachite.
Quello che segue è un messaggio tradotto in 15 lingue tra cui l'italiano:
Un Codice Morale Per Unire L’umanitá
Il seguente é un messaggio tratto e tradotto da un discorso del Rebbe di Lubavitch, come riportato da Lubavitch International, Vol. 2, No. 1 (Estate ’90), pag. 3
Ci troviamo in un’era rivoluzionaria per l’umanitá. Con la caduta dei regimi oppressivi, molti cambiamenti radicali hanno preso luogo, e la storia si trova di fronte ad un nuovo e piú elevato livello di coscienza morale. Ora é dunque il momento giusto per riflettere sulla dinamica di questi eventi, e trarne la forza e l’incoraggiamento per mettere i loro insegnamenti in pratica. Analizzando la creazione del mondo, i Saggi spiegano che esso é il prodotto del desiderio di D-o, - ovvero il creatore di ogni bontá - di fare del bene. Come appunto é scritto nei Salmi (145:9) “Il Sig-re é buono verso tutti, e la Sua clemenza é su tutte le sue creature.” Dunque, essendo la natura del bene, fare del bene al prossimo, l’universo e tutte le forme di vita sono un espressione della bontá Divina del Sig-re.
Dunque, tutto ció che accade, anche eventi che superficialmente appaiono maligni, come ad esempio disastri naturali, hanno un elemento positivo celato in essi. Ugualmente, l’inclinazione maligna dell’uomo, in essenza desidera fare del bene, ma é - suo malgrado - meccanizzata al contrario per dare all’uomo libera scelta. Se D-o avesse invece creato il mondo completamente e puramente buono, senza nessuno sforzo necessario da parte dell’uomo per conquistare il bene, esso sarebbe quasi privo di valore negli occhi della persona.
Nella lotta individuale contro il male, l’approcio con quest’ultimo non deve essere uno di sfida, ma enfatizzando ció che é giusto nelle persone che ci circondano, ed evidenziando ció che é buono, il male viene consecutivamente sconfitto e sparisce completamente, senze bisogno di dure battaglie e guerre.
Nonostante D-o abbia creato il mondo - come suddetto - dando all’uomo l’abilitá di scegliere, Lo ha anche munito del buon senso per fare la scelta giusta: un codice morale divino. Un codice di leggi primo a tutti gli altri, e che ha come unico e fondamentale messaggio la creazione di una civiltá buona e morale. Il codice Divino, conosciuto come “le sette leggi di Noé” stabilisce per prima cosa una definizione obbietiva di ció che é giusto e buono, apllicabile a qualunque genere di persona. Perché come la storia contemporanea puó dimostrare, la definizione di “bene” data dall’uomo é relativa, soggetiva, ed essenzialmente non persuasiva. Senza tralasciare il fatto che come é noto a coloro che devono garantire ed incoraggiare l’applicazione delle leggi, punizioni e minaccie non forniscono alla persona un senso morale profondo; il quale puó essere raggiunto solo con la consapevolezza che c’é un “occhio che vede, ed un orecchio che udisce” ai quali dobbiamo dare un resoconto delle nostre azioni.
p. 1 / 2 - © 20’10 Ask Noah International
Il codice di sette leggi Divine fu dato a Noé dopo il diluvio universale, di modo da assicurare che egli, la sua famiglia e tutti i suoi discendenti non commettano gli errorri compiuti dalla generazione precedente, e per prevenire che il mondo ricada in caos assoluto. Queste leggi che ordinano lo stabilirsi di aule di giustizia, proibiscono idolatria, bestemmiare, omicidio, adulterio, rubare e mangiare carne ottenuta da un animale quando ancora in vita (cattiverie ad animali), sono le fondamenta per moralit á in generale. Da
queste leggi, si possono ovviamente derivare anche altre regole basilari per il comportamento dell’uomo.
Un compito particolare (é) quello di educare ed incoraggiare l’osservanza di queste sette leggi tra tutte le nazioni. La tolleranza religiosa di oggi e l’aspirazione verso libertá e democrazia, ci offrono l’opportunita speciale per pubblicizzare l’osservanza delle “Sette leggi di Noé” in tutto il mondo; perché solo attenendosi ad esse, la razza umana puó unirsi sotto un unico tetto di responsabilitá morale verso il proprio Creatore. Quest’ unitá promuove pace ed armonia tra tutte le persone, raggiungiendo cosi’ il bene piú assoluto e vero che c’é, come é scritto: “Quanto bello e piacevole é quando fratelli convivono uniti.” (Salmi 133:1)
Tratto da: Noahide.org
Roma. Il Patto Noachita. Il Gran Maestro della Massoneria e il Rabbino Capo della Comunità ebraica - (di Mauro Cascio - a cura del sito: www.parvapolis.it/)
Da sinistra a destra Bernardino Fioravanti, Riccardo Di Segni e Gustavo Raffi.
Roma, 3 novembre 2003
Meeting storico quello svoltosi a Villa Medici "il Vascello" - sede del Grande Oriente d'Italia di Palazzo Giustinani - tra il venerabilissimo Gran Maestro Gustavo Raffi e il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni.
È la prima volta, infatti, che Ebraismo e Massoneria si incontrano ufficialmente dopo i molti fraintendimenti, generati dalla propaganda anti-ebraica e anti-massonica. E se è vero che il nascente stato liberale italiano, avvalendosi di forti presenze massoniche, determinò non solo la fine del potere temporale dei papi ma anche la fine del ghetto di Roma, è altrettanto vera, purtroppo, la tendenza degli avversari ad associare in negativo tra loro ebrei e massoni per la presunta segretezza dei rituali e per l'uso del simbolismo ebraico nei templi massonici, sino alla formulazione, nei tempi bui del nazifascismo, del cosiddetto complotto pluto-demo-giudaico-massonico. E su quest'ultimo, ha subito ironizzato Riccardo Di Segni, ricordando la sua familiarità con tre dei quattro aggettivi del cosiddetto complotto: quelli relativi allo spirito democratico, all'appartenenza alla comunità ebraica e alla conoscenza della Massoneria di cui suo padre faceva parte.
«Ignoto - ha aggiunto Di Segni, tra l'ilarità dei circa quattrocento partecipanti tra massoni e non - è stato invece sempre per me il primo aggettivo della lista: il 'pluto'».
Roma, 3 novembre 2003
Meeting storico quello svoltosi a Villa Medici "il Vascello" - sede del Grande Oriente d'Italia di Palazzo Giustinani - tra il venerabilissimo Gran Maestro Gustavo Raffi e il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni.
È la prima volta, infatti, che Ebraismo e Massoneria si incontrano ufficialmente dopo i molti fraintendimenti, generati dalla propaganda anti-ebraica e anti-massonica. E se è vero che il nascente stato liberale italiano, avvalendosi di forti presenze massoniche, determinò non solo la fine del potere temporale dei papi ma anche la fine del ghetto di Roma, è altrettanto vera, purtroppo, la tendenza degli avversari ad associare in negativo tra loro ebrei e massoni per la presunta segretezza dei rituali e per l'uso del simbolismo ebraico nei templi massonici, sino alla formulazione, nei tempi bui del nazifascismo, del cosiddetto complotto pluto-demo-giudaico-massonico. E su quest'ultimo, ha subito ironizzato Riccardo Di Segni, ricordando la sua familiarità con tre dei quattro aggettivi del cosiddetto complotto: quelli relativi allo spirito democratico, all'appartenenza alla comunità ebraica e alla conoscenza della Massoneria di cui suo padre faceva parte.
«Ignoto - ha aggiunto Di Segni, tra l'ilarità dei circa quattrocento partecipanti tra massoni e non - è stato invece sempre per me il primo aggettivo della lista: il 'pluto'».
Lo storico incontro era stato preceduto, mesi prima, da una lettera del Gran Maestro Gustavo Raffi al rabbino capo di Roma in occasione della Giornata della Memoria: "Nella Giornata della Memoria - scriveva tra l'altro il Gran Maestro - sento il dovere di ricordare come noi Liberi Muratori avvertiamo con forza, oggi più che mai, l'inderogabile necessità che il mondo non dimentichi le atrocità commesse contro uomini e donne, inermi e indifesi, colpevoli solo di appartenere al popolo ebraico (...) La Libera Muratorìa, erede dei principi universali di Fratellanza, Uguaglianza e Solidarietà, alza con forza il suo grido contro ogni barbarie, contro ogni intolleranza, contro ogni forma di oppressione e discriminazione verso chi ci appare diverso e contro ogni manifestazione volta a umiliare e a distruggere la dignità dell'Uomo (...)".
La serata del Vascello è stata preparata con cura dal fratello Bernardino Fioravanti, direttore del Servizio Biblioteca del Goi, che in breve tempo ha allestito una mostra dal titolo "Mondo Ebraico e Massoneria" con 220 pezzi tra oggetti e documenti per illustrare l'influenza della tradizione ebraica nel simbolismo e nei rituali libero-muratòri, nonché i toni della violenta propaganda anti-ebraica e anti-massonica di oltre un secolo.
A Giuseppe Abramo, Gran Segretario del Grande Oriente ed esperto di ebraismo, il merito di aver contribuito non poco alla realizzazione dell'iniziativa: «Oggi - egli ha detto introducendo il dibattito - il Grande Oriente d'Italia si apre al dialogo con la tradizione ebraica e sempre oggi la comunità ebraica di Roma si apre al dialogo con la Massoneria». Continuando, il Gran Segretario ha messo in risalto "lo straordinario respiro cosmico dell'ebraismo" e il comune atteggiamento di ebrei e massoni nei confronti della tolleranza: l'ebraismo non si rivolge unicamente agli Ebrei e non rivendica la cosiddetta salvezza unicamente per i propri fedeli ma la garantisce a chiunque accetti e pratichi i Sette Precetti dei Figli di Noè, che prima di essere articoli religiosi sono norme della ragione e della dignità umana, le stesse norme che guidano e regolano il lavoro massonico nei diversi gradi.
Ed è appunto sui precetti noàchidi che il rabbino capo di Roma ha preso subito dopo la parola, ricordando il patto che Dio concluse con Noè "uomo giusto e integro e che camminava con Dio" come di lui è detto in Genesi (6 ,9), salvato dalle acque e "speranza del mondo" come lo definisce il libro della Sapienza (14, 16), perché simbolo di una umanità nuova che avrebbe sostituito la precedente, colpevole di violenza contro Dio e contro gli uomini. E nella tradizione ebraica le colpe commesse dall'uomo contro l'uomo sono ben più gravi di quelle commesse contro Dio, giacché queste ultime possono essere rimesse nel giorno dell'espiazione o Kippur, mentre le prime necessitano del perdono da parte dell'offeso.
La serata del Vascello è stata preparata con cura dal fratello Bernardino Fioravanti, direttore del Servizio Biblioteca del Goi, che in breve tempo ha allestito una mostra dal titolo "Mondo Ebraico e Massoneria" con 220 pezzi tra oggetti e documenti per illustrare l'influenza della tradizione ebraica nel simbolismo e nei rituali libero-muratòri, nonché i toni della violenta propaganda anti-ebraica e anti-massonica di oltre un secolo.
A Giuseppe Abramo, Gran Segretario del Grande Oriente ed esperto di ebraismo, il merito di aver contribuito non poco alla realizzazione dell'iniziativa: «Oggi - egli ha detto introducendo il dibattito - il Grande Oriente d'Italia si apre al dialogo con la tradizione ebraica e sempre oggi la comunità ebraica di Roma si apre al dialogo con la Massoneria». Continuando, il Gran Segretario ha messo in risalto "lo straordinario respiro cosmico dell'ebraismo" e il comune atteggiamento di ebrei e massoni nei confronti della tolleranza: l'ebraismo non si rivolge unicamente agli Ebrei e non rivendica la cosiddetta salvezza unicamente per i propri fedeli ma la garantisce a chiunque accetti e pratichi i Sette Precetti dei Figli di Noè, che prima di essere articoli religiosi sono norme della ragione e della dignità umana, le stesse norme che guidano e regolano il lavoro massonico nei diversi gradi.
Ed è appunto sui precetti noàchidi che il rabbino capo di Roma ha preso subito dopo la parola, ricordando il patto che Dio concluse con Noè "uomo giusto e integro e che camminava con Dio" come di lui è detto in Genesi (6 ,9), salvato dalle acque e "speranza del mondo" come lo definisce il libro della Sapienza (14, 16), perché simbolo di una umanità nuova che avrebbe sostituito la precedente, colpevole di violenza contro Dio e contro gli uomini. E nella tradizione ebraica le colpe commesse dall'uomo contro l'uomo sono ben più gravi di quelle commesse contro Dio, giacché queste ultime possono essere rimesse nel giorno dell'espiazione o Kippur, mentre le prime necessitano del perdono da parte dell'offeso.
Noè è il primo tipo dello Zaddiq, l'uomo giusto per eccellenza, senza distinzione di razza, lingua, nazionalità o religione. I sette precetti dati a lui e alla sua discendenza, benché compresi nelle 613 Mitzvoth degli Ebrei, si rivolgono ai giusti di tutte le nazioni con un precetto positivo: l'obbligo di istituire tribunali di giustizia e sei negativi: divieto di idolatria, di bestemmia, di relazioni sessuali illecite, di omicidio, di furto, e di cibarsi di animali vivi. Da questi precetti fondamentali discendono poi numerosi corollari positivi e negativi: così, per esempio, dal divieto di omicidio deriva anche l'obbligo di mettere in salvo una persona perseguitata; dal divieto di relazioni sessuali illecite il divieto di castrazione degli uomini e degli animali; dal divieto di cibarsi di animali vivi anche il divieto della caccia e così via.
Nel chiudere la manifestazione, il Gran Maestro Gustavo Raffi ha messo in evidenza il significato dello storico incontro tra - ebrei e massoni - spesso accomunate nel dover subire intolleranza e persecuzioni. Ha sottolineato infine l'importanza del dialogo praticato all'insegna della tolleranza che, nel suo significato più autentico e secondo la lezione del filosofo Guido Calogero - ha sottolineato il Gran Maestro - non è semplice sopportazione ma rispetto dell'altrui diversità. Con questo spirito e in questa prospettiva, la Massoneria, che non è una chiesa, guarda a tutte le fedi, consapevole di essersi via via trasformata da "corporazione muratoria" in "Tempio dell'Umanità" dove uomini diversi per razza, per religione e per credo politico "trovano un luogo comune per confrontarsi".
Nel chiudere la manifestazione, il Gran Maestro Gustavo Raffi ha messo in evidenza il significato dello storico incontro tra - ebrei e massoni - spesso accomunate nel dover subire intolleranza e persecuzioni. Ha sottolineato infine l'importanza del dialogo praticato all'insegna della tolleranza che, nel suo significato più autentico e secondo la lezione del filosofo Guido Calogero - ha sottolineato il Gran Maestro - non è semplice sopportazione ma rispetto dell'altrui diversità. Con questo spirito e in questa prospettiva, la Massoneria, che non è una chiesa, guarda a tutte le fedi, consapevole di essersi via via trasformata da "corporazione muratoria" in "Tempio dell'Umanità" dove uomini diversi per razza, per religione e per credo politico "trovano un luogo comune per confrontarsi".
Qui c'è il canale you-tube che contiene vari video su noachismo e comunità noachite:
Meditate gente.. meditate.. magari di pentirvi e ravvedervi prima che ci pensino LORO farlo per voi!
In Verità.
Lion of Yahuda