IL LATO OCCULTATO A TUTTI VOI SU LOUISA MAY ALCOTT
"Sento di avere un talento innato per le storie sconvolgenti"
Louisa May Alcott
Quest’affermazione della celebre scrittrice americana Louisa May Alcott (1832-1888), la cui fama è dovuta soprattutto a un classico della letteratura per l’infanzia come Piccole donne (1868), basta da sola a comprendere come il moralismo e il perbenismo della cittadina di Concord, nel Massachusetts, le andassero stretti. Grande appassionata di Edgar Allan Poe, Nathaniel Hawthorne e Johann Wolfgang Goethe, la Alcott mal sopportava la società dell’epoca, che imponeva alle donne di assumere un atteggiamento esteriore apparentemente sottomesso di fronte all'uomo, e alle scrittrici di buona famiglia di occuparsi esclusivamente di letteratura pedagogica.
Chi ha letto il libro "Piccole Donne" prova un senso di calore nel ricordare quel racconto sulle imprese di ipotetiche bambine nate dalla 'fantasia esoterica' di una scrittrice alquanto diversa da come tenta di apparire attraverso quelle righe. Approfondendo la verità su questa scrittrice dell'horror ne viene fuori una figura inquietante che custodisce dentro di sè il seme della violenza di genere contro l'uomo come ben traspare evidente nelle sue opere. Ed a noi interessa quella giovane e intrigante ragazza di 25 anni dalla mente pronta e dai modi risoluti, fervente sostenitrice dei diritti delle donne e probabilmente lesbica latente (un po' i connotati della sua eroina più famosa, Jo March) che scriveva sotto pseudonimi maschili (come A.M. Barnard) torbide ma raffinatissime storie di violenza, sesso, turbe psichiche, incesti sfiorati e altre depravazioni; la Mickey Spillane del tempo, tanto per capirci.
La sua passione per i thriller e le gothic novel si sviluppò precocemente e la portò a collaborare, sotto lo pseudonimo di A.M. Barnard, con diverse riviste specializzate nel genere, che la pagavano bene per storie in cui il delitto, la lussuria, la brama di potere, le simulazioni di suicidio e la somministrazione di droghe la facevano da padrone. Solo grazie alle ricerche di alcuni biografi, e in particolare della studiosa Leona Rostenberg, nel 1943 furono scoperte le lettere che l’editore James R. Elliott inviava alla Alcott pregandola di firmarsi con il suo vero nome. I contenuti delle lettere hanno poi permesso di individuare nelle copie della rivista The Flag Of Our Union i racconti pubblicati dall’autrice durante la Guerra di Secessione. Racconti che la Robin Edizioni sta ora pubblicando in Italia per la collana La Biblioteca del Mistero.
La serie comprende per il momento tre volumi – Dietro la maschera (2009), V.V. Trappole e tradimenti (2010) e Un moderno Mefistofele (2010) – e non ha nulla da invidiare ai più celebri maestri del thriller e dell’horror. La Alcott dimostra di trovarsi a proprio agio anche quando non parla di pizzi e merletti, ma di donne ingannevoli, desiderose di rivincita e disposte perfino al delitto pur di ottenerla, e di uomini quasi sempre destinati a soccombere o a rimanere vittime dei loro stessi intrighi. I tre testi finora pubblicati sono incentrati su altrettante figure di donne.
La serie comprende per il momento tre volumi – Dietro la maschera (2009), V.V. Trappole e tradimenti (2010) e Un moderno Mefistofele (2010) – e non ha nulla da invidiare ai più celebri maestri del thriller e dell’horror. La Alcott dimostra di trovarsi a proprio agio anche quando non parla di pizzi e merletti, ma di donne ingannevoli, desiderose di rivincita e disposte perfino al delitto pur di ottenerla, e di uomini quasi sempre destinati a soccombere o a rimanere vittime dei loro stessi intrighi. I tre testi finora pubblicati sono incentrati su altrettante figure di donne.
DIETRO LA MASCHERA
In Dietro la maschera o il potere di una donna (Behind a Mask: or, a Woman’s Power, 1866) Jean Muir, trentenne provata da una vita difficile, viene assunta come istitutrice in casa della signora Coventry, che la crede una povera diciottenne indifesa. Il suo comportamento in apparenza dolce e sottomesso le permetterà di portare a termine un piano diabolico il cui obiettivo non è solo il riscatto sociale, ma anche umiliare e sbeffeggiare Edward e Gerald, i due figli maschi caduti nella sua trappola.
Il libro presenta un intreccio molto sottile e particolare, in cui quello che conta sono i giochi di sguardi tra i vari protagonisti e l’abilità del personaggio principale nell’intuire il carattere di ognuno per poi assecondarlo nel modo giusto. L’autrice si fa beffe di un’istituzione come il matrimonio e, attraverso gli intrighi di Jean Muir, si vendica di quel puritanismo che vedeva la donna come un essere inferiore all’uomo.
Il libro presenta un intreccio molto sottile e particolare, in cui quello che conta sono i giochi di sguardi tra i vari protagonisti e l’abilità del personaggio principale nell’intuire il carattere di ognuno per poi assecondarlo nel modo giusto. L’autrice si fa beffe di un’istituzione come il matrimonio e, attraverso gli intrighi di Jean Muir, si vendica di quel puritanismo che vedeva la donna come un essere inferiore all’uomo.
V.V. TRAPPOLE E TRADIMENTI
V.V. Trappole e tradimenti (V.V.: or, Plots and Counterplots, 1865) è il testo che più risente dell’influenza dei racconti di Edgar Allan Poe. Virginie Varens, la protagonista, è una giovane ballerina priva di scrupoli, disposta a tutto pur di entrare in possesso di un titolo nobiliare. Dopo aver sedotto l’ingenuo Allan, pensa di aver raggiunto il suo obiettivo, ma la gelosia del cugino Victor, che si macchierà di un infame delitto pur di averla tutta per sé, la costringerà a rivedere i suoi piani. Dopo una lunga catena di inganni e omicidi, dove nessuno è quello che sembra, qualcuno più astuto di lei gliela farà pagare per le atrocità commesse. Il libro si rivela interessante proprio per questo inedito ritratto di una donna – lontana anni luce dall’ideale maschile di dolcezza e purezza – che ritiene un suo diritto ricorrere a qualsiasi mezzo pur di soddisfare la sua brama di potere, in un’epoca in cui simili atteggiamenti potevano essere pensabili, al limite, solo in un uomo.
La decisione della Alcott di scrivere sotto falso nome, oltre che motivata dal danno che una simile scoperta avrebbe potuto causare alla sua carriera, è dovuta anche alla cattiva accoglienza che aveva ricevuto la sua prima incursione in questo genere letterario (il romanzo Mutevoli umori del1865). I critici dell’epoca, infatti, si affrettarono a dire che l’autrice non aveva alcuna conoscenza della natura umana e che avrebbe fatto meglio a limitarsi a scrivere di argomenti di sua competenza, che esulassero dall’infedeltà coniugale. Come si può constatare, questo non bastò a impedire alla Alcott di raggiungere i suoi obiettivi e di continuare a scrivere quei testi che tanto prediligeva.
Fermandoci quì e non andando oltre perchè alimenteremmo solo un insaziabile desiderio inutile di conoscenza indecente, possiamo lasciare ad ognuno i suoi giudizi se l'intelligenza e la saggezza lo assistono.
Possiamo solo affermare che sempre più spesso nel nostro occidente opulento e senza vero amore, si assite con il supporto di tutti al vilipendio dell'uomo, della famiglia e anche della donna che da ipotetica vittima si è ormai trasformata in carnefice di sè stessa e dell'uomo.
E' certa infine l'appartenenza (come si vede anche nei simboli dell'immagine pubblicata da Google stessa) della Alcott alla Massoneria e la sua pratica nella Wicca, anche se tutto ciò non risulta a livello pubblico, potete però raffrontare le sue opere con altri noti scrittori del tempo che appartengono non solo alla stessa corrente di pensiero ma anche al genere di vita della stessa Alcott.
In Verità.
Bojs Lion
crediti al sito: fucinemute.it